Chi frequenta almeno un poco l’ambiente del settore carni nel centro Italia non può conoscere la storica figura di Guglielmo Amici detto “Memmo” e la sua “G. F. Commercio Carni” di Setteville di Guidonia.
Da macellaio nella bottega di famiglia a grossista di carni, nel tempo Amici aveva ampliato la sua attività fino farla a diventare un punto di riferimento nel settore del disosso e lavorazione carni .
L’azienda è stata la prima ad introdurre a Roma la tecnologia industriale del confezionamento carni in atmosfera modificata (ATM/ATP), procedure di certificazione, HACCP, sistema di tracciabilità. In tutto questo, sempre all’avanguardia.
La produzione di tagli e porzionati di bovino, suino, agnello, pollo e coniglio era distribuita alle macellerie e ai punti vendita della grande distribuzione, al canale Horeca e alle mense scolastiche.
Grande è stata la sorpresa quando è circolata la notizia della chiusura dello stabilimento.
La concorrenza del settore? La riduzione dei consumi di carne causata dalla crisi e dalle mutate abitudini alimentari? Credit crunch?
Sinceramente non lo sappiamo, né ci interessa più di tanto. Registriamo con sgomento un’altra lacerazione al nostro tessuto produttivo, altri imprenditori e lavoratori che hanno speso la loro vita per costruire un’azienda di successo, stritolati e messi ai margini da una realtà che oramai non distingue più tra aziende decotte e aziende moderne e vitali.
(foto di www.pubblicitaitalia.com )
Da macellaio nella bottega di famiglia a grossista di carni, nel tempo Amici aveva ampliato la sua attività fino farla a diventare un punto di riferimento nel settore del disosso e lavorazione carni .
L’azienda è stata la prima ad introdurre a Roma la tecnologia industriale del confezionamento carni in atmosfera modificata (ATM/ATP), procedure di certificazione, HACCP, sistema di tracciabilità. In tutto questo, sempre all’avanguardia.
La produzione di tagli e porzionati di bovino, suino, agnello, pollo e coniglio era distribuita alle macellerie e ai punti vendita della grande distribuzione, al canale Horeca e alle mense scolastiche.
Grande è stata la sorpresa quando è circolata la notizia della chiusura dello stabilimento.
La concorrenza del settore? La riduzione dei consumi di carne causata dalla crisi e dalle mutate abitudini alimentari? Credit crunch?
Sinceramente non lo sappiamo, né ci interessa più di tanto. Registriamo con sgomento un’altra lacerazione al nostro tessuto produttivo, altri imprenditori e lavoratori che hanno speso la loro vita per costruire un’azienda di successo, stritolati e messi ai margini da una realtà che oramai non distingue più tra aziende decotte e aziende moderne e vitali.
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