Crisi: prosegue la corsa verso il baratro dell’industria di trasformazione di carni suine nel Lazio:
1) Salumificio Cecconi di Ardea (RM) eccellente azienda locale morta con il suo fondatore Paolo Cecconi, scomparso nel 2011 senza lasciare managers né parenti in grado di mandare avanti l'attività.
2) Salumificio Viterbese : è di questi giorni la notizia che anche questa ultratrentennale industria di Viterbo cessa la produzione.
3) I sindacati di categoria Fai, Flai e Uila denunciano l’avvio della procedura di licenziamento per 250 dipendenti della Cesare Fiorucci Spa, lo storico salumificio di Pomezia acquisito nel 2011 dalla multinazionale spagnola Campofrio Group
Mentre nei primi due casi si tratta di piccole aziende (peraltro entrambe di eccellente qualità produttiva) la Fiorucci invece è un’impresa storica. Fondata nel 1850, negli anni 70 diventa un’azienda leader in Italia e nei successivi anni 80 e 90 il grande passo dell’espansione all’estero. Nel 2005 la famiglia Fiorucci cede il controllo del gruppo alla società di private equity Vestar che dopo poco più di 5 anni vende alla multinazionale spagnola Campofrio Food Group.
Fiorucci è un’azienda che supera i 300 milioni di euro annui di fatturato.
Come è accaduto QUASI SEMPRE, le multinazionali sono interessate ad acquisire quote di mercato e marchi affermati a livello internazionale, non sono mai molto attente alla valorizzazione delle produzioni locali e al mantenimento delle professionalità. E Campofrio non fa eccezione.
Infatti oggi le segreterie territoriali dei sindacati Fai, Flai e Uila rendono noto le intenzioni espresse dal colosso iberico (forse per lucrare dall’attuale vuoto di potere in Italia?) riguardo alle attività italiane della Fiorucci :
- cessare la produzione dei prosciutti crudi,
- esternalizzare l'affettatura dei crudi stagionati, e anche parte della manutenzione,
- ridurre drasticamente le figure di operai e impiegati per l'accorpamento di alcuni reparti.
- ridurre drasticamente l'assicurazione qualità e lo sviluppo di nuovi prodotti.
A leggere questi annunci di licenziamento assume una nuova valenza (e non ci fa più ridere) lo spot realizzato da McCann (“Fiorucci: ad ognuno la sua fetta”) e che inizia con questa didascalia: Oggi l’Italia è tra i paesi più corrotti d’Europa.
1) Salumificio Cecconi di Ardea (RM) eccellente azienda locale morta con il suo fondatore Paolo Cecconi, scomparso nel 2011 senza lasciare managers né parenti in grado di mandare avanti l'attività.
2) Salumificio Viterbese : è di questi giorni la notizia che anche questa ultratrentennale industria di Viterbo cessa la produzione.
3) I sindacati di categoria Fai, Flai e Uila denunciano l’avvio della procedura di licenziamento per 250 dipendenti della Cesare Fiorucci Spa, lo storico salumificio di Pomezia acquisito nel 2011 dalla multinazionale spagnola Campofrio Group
Mentre nei primi due casi si tratta di piccole aziende (peraltro entrambe di eccellente qualità produttiva) la Fiorucci invece è un’impresa storica. Fondata nel 1850, negli anni 70 diventa un’azienda leader in Italia e nei successivi anni 80 e 90 il grande passo dell’espansione all’estero. Nel 2005 la famiglia Fiorucci cede il controllo del gruppo alla società di private equity Vestar che dopo poco più di 5 anni vende alla multinazionale spagnola Campofrio Food Group.
Fiorucci è un’azienda che supera i 300 milioni di euro annui di fatturato.
Come è accaduto QUASI SEMPRE, le multinazionali sono interessate ad acquisire quote di mercato e marchi affermati a livello internazionale, non sono mai molto attente alla valorizzazione delle produzioni locali e al mantenimento delle professionalità. E Campofrio non fa eccezione.
Infatti oggi le segreterie territoriali dei sindacati Fai, Flai e Uila rendono noto le intenzioni espresse dal colosso iberico (forse per lucrare dall’attuale vuoto di potere in Italia?) riguardo alle attività italiane della Fiorucci :
- cessare la produzione dei prosciutti crudi,
- esternalizzare l'affettatura dei crudi stagionati, e anche parte della manutenzione,
- ridurre drasticamente le figure di operai e impiegati per l'accorpamento di alcuni reparti.
- ridurre drasticamente l'assicurazione qualità e lo sviluppo di nuovi prodotti.
A leggere questi annunci di licenziamento assume una nuova valenza (e non ci fa più ridere) lo spot realizzato da McCann (“Fiorucci: ad ognuno la sua fetta”) e che inizia con questa didascalia: Oggi l’Italia è tra i paesi più corrotti d’Europa.